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[filantropia] Michael Jackson e la sua sfida ai pregiudizi razziali

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2020 22:13
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25/09/2020 14:16
 
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Raramente mi è capitato di leggere un'analisi altrettanto approfondita e convincente sul valore culturale del fenomeno Michael Jackson nella sfida ai pregiudizi e alle discriminazioni razziali come quella offerta dalla scrittrice Willa Stillwater nel suo recentissimo saggio "Can You Feel It?" - Come Michael Jackson ha modificato le sensazioni di razzismo.
Pubblicato lo scorso 8 Agosto come primo di una serie di quattro saggi sull'argomento, è disponibile in versione integrale al link:
medium.com/@willa.stillwater/can-you-feel-it-2701661c5ad3.

Con una conclusione che riconosce nelle accuse ingiuste di cui Michael è stato vittima il prezzo che ha dovuto pagare per aver provato ad infrangere le barriere razziali, e a ribaltare le convenzioni ormai ben radicate da secoli nella società, in particolare negli USA.

«Molti dei momenti peggiori della storia americana», fa notare l'autrice, «possono essere ricondotti alla 'paura' dei bianchi nei confronti degli uomini di colore. [...]
Questa 'paura' continua ancora oggi a plasmare le percezioni, le azioni e le reazioni dei bianchi. Lo vediamo in un lungo elenco di casi in cui gli agenti di polizia bianchi citano la 'paura' come giustificazione per un'azione di forza eccessiva, persino mortale, contro gli uomini di colore. [...]

Il razzismo resiste perché è intrecciato nel tessuto psicologico dell'America bianca. [...] La maggior parte dei pregiudizi razziali negli Stati Uniti oggi non è il risultato di un'ideologia, ma piuttosto di sensazioni, e queste reazioni involontarie sono estremamente difficili da superare.

Tuttavia, c'è un modo per trasformare le sensazioni legate al razzismo: attraverso l'arte. [...] L'arte può interagire con la mente subconscia, e modificare quei sentimenti distorti.

Credo che un artista americano radicalmente sperimentale abbia tracciato un percorso in avanti, creando un genere d'arte del tutto nuovo, progettato specificamente per colpire e neutralizzare le sensazioni fisiche del razzismo. E credo che la sua arte abbia già portato profondi cambiamenti sia a livello individuale che culturale, come solo l'arte può fare.
Forse sorprendentemente, sto parlando di Michael Jackson, un artista che viene spesso liquidato semplicemente come una pop star o rifiutato con disgusto come un mostro e un criminale.
[...]

Era molto più di un semplice artista.
In qualità di artista e icona culturale unica, ha sfidato con forza il modo in cui milioni di persone pensano alle differenze razziali. Ancor più importante, ha contribuito a trasformare il modo in cui l'America bianca pensa al concetto di 'razza'.
[...]

Fin da giovane, Jackson credeva nel potere dell'arte di contrastare i pregiudizi modificando i sentimenti e gli atteggiamenti del suo pubblico globale.
Ad esempio, a poco più di vent'anni ha ideato, scritto e inciso insieme ai suoi fratelli l'album "Triumph", che contiene un appello esplicito all'armonia razziale:
"Can You Feel It?".
[...]

Jackson ha continuato a combattere il razzismo e altre forme di pregiudizio durante la sua lunga carriera, e dopo essere stato accusato di abusi su minori questi sforzi si sono intensificati. [...]

Nulla ha mai galvanizzato l'immaginazione dei bianchi quanto l'idea di una donna bianca molestata da un uomo di colore. Come la giornalista Ida Wells aveva già descritto in un pamphlet del 1892, "Southern Horrors: Lynch Law in All Its Phases", accusare falsamente uomini di colore di violenza su donne bianche è servito come strumento psicologico per incendiare la folla bianca e giustificare le proprie azioni mentre si attaccavano, si torturavano e si uccidevano dei neri. [...]
Queste 'paure' irrazionali da parte di uomini e donne bianchi a causa di tale falsa rappresentazione degli uomini di colore si sono sempre più rafforzate durante la Restaurazione, fino ai giorni nostri. [...]
E la suggestione ideologica del predatore di colore nero o marrone ha coinvolto in un modo molto complesso anche la vita e la carriera di Michael Jackson.

Lui ha ottenuto per la prima volta un riconoscimento nazionale all'inizio del 1970, come cantante dei Jackson 5.
Il movimento per i diritti civili aveva risvegliato la coscienza di molti americani bianchi sulle disuguaglianze razziali negli Stati Uniti,
[...] e fu proprio in questo momento di particolari tensioni che Michael Jackson irruppe sulla scena come un effervescente bambino che tutti potevano amare.

Anche il pubblico bianco era orgoglioso dei Jackson, ma per un motivo diverso: li indicava come una prova che gli Stati Uniti stavano diventando una società più aperta, e stavano andando oltre il razzismo del passato.
Quindi, l'America bianca era felice di celebrare Michael Jackson.

Tuttavia,
[...] crescere è difficile per qualsiasi bambino-prodigio. [...] Ed è esponenzialmente più difficile quando sei un bambino nero che cresce in un Paese razzista con una profonda 'paura' dei neri.

Ma, contro ogni previsione, Jackson
[...] è diventato un qualcosa di completamente nuovo nella storia americana.
Alla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80,
[...] è diventato un oggetto del desiderio per i fan di tutto il mondo, inclusi milioni di giovani americani bianchi».

Ed è qui che si arriva al nocciolo della questione:

«L'America bianca non aveva mai visto niente di simile, prima d'allora. È diventato a detta di molti l'uomo più famoso del mondo, ed un sex-symbol riconosciuto da adolescenti di tutte le razze. [...]
In questo modo, Jackson ha modificato - o, per lo meno, reso più complesse - le reazioni subliminali del pubblico bianco di fronte ai neri, e all'aspetto fisico dei neri.

Questo è un fatto storico: un punto cardine nella storia americana.
Jackson ha ribaltato le convenzioni stabilite, e ha sfidato le strutture di potere esistenti su molti fronti diversi.
[...]

Però l'ascesa di Jackson come sex-symbol lo ha messo anche in una posizione precaria.

All'improvviso, era diventato un oggetto nero del desiderio bianco in un Paese profondamente razzista, che da sempre ha visto gli uomini neri come una minaccia per le donne e i bambini bianchi, e potenzialmente corruttori.
Era una posizione rischiosa, persino pericolosa.
[...]

Era un artista potente, uno degli artisti più influenti del nostro tempo. [...]
Questo aspetto della sua arte funziona ad un livello psicologico profondo: il livello affettivo. Aggira la mente cosciente - in effetti, non ha molto senso per la mente cosciente - e parla invece direttamente al subconscio, destabilizzando e riconfigurando le 'paure' che gli americani bianchi avevano proiettato per secoli sugli uomini non bianchi. [...]

Pertanto, la piena potenza della sua arte è difficile da misurare e da comprendere. Tuttavia, se ci prendiamo il tempo per esaminare attentamente il suo lavoro, possiamo cominciare a scoprire le strategie artistiche che lui ha sviluppato per neutralizzare le reazioni istintive di un pubblico globale ai segnali razziali. [...]
In questo modo, Jackson è stato capace di combattere il razzismo al suo livello più profondo e primordiale.

Indagare sull'arte di Jackson ha quindi profonde implicazioni non solo per il modo in cui guardiamo al suo lavoro e alla sua eredità, ma anche per come guardiamo all'arte più in generale e al suo potenziale per condurre ad un cambiamento sociale duraturo
».

Provare a modificare una coscienza collettiva soltanto attraverso la potenza della propria arte, non è da tutti. E Michael ha perfino dovuto pagare sulla propria pelle il prezzo di questo suo atto di coraggio.
Ma quel solco così profondo che ha tracciato è sempre . E ci resterà.

«If you're thinkin' of being my brother,
it DON'T MATTER
if you're BLACK or WHITE
». 👑

______________________________

Post di Francesca De Donatis per il Michael Jackson FanSquare • ITALIA.
[Modificato da francesca.dedonatis 25/09/2020 15:40]
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