[top news] 'Leaving Neverland' - il nuovo documentario diffamatorio su Michael Jackson

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2024 22:25
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21/10/2020 20:09
 
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👋 CIAO CIAO, SAFECHUCK 👋

ARCHIVIATA LA CAUSA PER MOLESTIE





Non è servito cercare di distorcere la realtà attraverso una fiction televisiva di quattro ore.
Non è servito il complice sensazionalismo dei media, disposti a tutto per qualche click in più.
Non è servita la veemenza di un legale, spesso ammonito in aula per toni troppo aggressivi.
E non è servita neanche la folle pretesa avanzata da Dan Reed di filmare le udienze.

Ieri, 20 ottobre, il giudice Mark A. Young si è attenuto ai fatti e ha deciso che la causa di James Safechuck sulle presunte molestie sessuali (mai) perpetrate da Michael Jackson ai suoi danni debba essere definitivamente archiviata.

Ma procediamo per gradi e ripercorriamo brevemente questa vicenda giudiziaria che, come tutti sapevamo, non avrebbe avuto motivo di esistere.
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📌 GENESI DI UNA GRANDE MENZOGNA 📌

Siamo negli anni 2013/2014. Dopo aver tentato invano un reclamo creditizio contro l’Estate di Michael Jackson, Wade Robson prima e James Safechuck poi citano in giudizio le due società del Re del Pop, la MJJ Productions e la MJJ Ventures.

L’accusa è quella di negligenza e cooperazione: secondo i due accusatori, i dipendenti delle suddette società avrebbero omesso - e perfino favorito - i presunti abusi sessuali di Michael Jackson nei loro confronti.

Ovviamente, il loro obiettivo è un risarcimento multi-milionario (a detta del giornalista investigativo Mike Smallcombe, circa un miliardo e mezzo di dollari).

Nel 2017, però, il giudice archivia le azioni legali del duo, in quanto sia Robson che Safechuck hanno superato il limite dei 26 anni previsto dalla legge per poter rivendicare, in sede processuale, di aver subito abusi sessuali in età minorile.
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📌 NUOVA LEGGE, NUOVA CAUSA 📌

Poi, il colpo di scena: il 1° gennaio 2020, questa legge - sezione 340.1 del Codice di Procedura Civile statunitense - viene sostanzialmente modificata sulla scia del cosiddetto #MeToo Movement.

Secondo le nuove disposizioni, le accuse di abuso sessuale su minore nei confronti di soggetti non direttamente autori del reato (nel nostro caso, le società MJJ Productions e MJJ Ventures, oggi entrambe gestite dall'Estate) possono essere presentate non oltre il 40° compleanno del querelante.

La modifica di questa legge, quindi, consente a Safechuck e Robson di ricorrere in appello contro la precedente decisione di archiviazione stabilita dal giudice.
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📌 LA FICTION TELEVISIVA 📌

Trascorrono così sette anni di udienze durante i quali due diversi giudici esaminano le loro rivendicazioni, mentre l'evidenza dei fatti in aula mette in luce testimonianze contraddittorie, dichiarazioni mai sostenute da nessun testimone degno di nota, documentazioni volontariamente insabbiate, prove del tutto infondate e contrastanti con la realtà, denunce modificate innumerevoli volte.

Il tentativo più rilevante di rafforzare la loro posizione è costituto dalla fiction (ci rifiutiamo di chiamarla documentario) Leaving Neverland del 2019, in cui Robson e Safechuck - sotto la direzione di Dan Reed - cercano di raccontare i loro traumi infantili in modo piuttosto inverosimile e grottesco.

Peccato che, in poche settimane, quelle quattro ore di filmato vengono dissezionate nelle loro contraddizioni e sbugiardate pubblicamente con prove inoppugnabili e spesso clamorose (memorabili le violenze sessuali subite proprio da Safechuck in una stazione ferroviaria che al tempo neanche esisteva).
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📌 UN PAGINA BUIA E VERGOGNOSA 📌

E torniamo così ai giorni nostri: ieri, 20 Ottobre 2020, presso la Corte Superiore della California, il giudice Mark A. Young ha definitivamente archiviato il caso di James Safechuck contro le due società di Michael Jackson.

Secondo quanto si legge nelle motivazioni, non sono state presentate prove sufficienti a corroborare le affermazioni di Safechuck. Inoltre, le due società non potrebbero comunque essere ritenute responsabili delle presunte azioni di Jackson.

Per la terza volta, dunque, le rivendicazioni di Safechuck sono state respinte. E, malgrado la possibilità di ricorrere in appello, è molto improbabile che un altro giudice decida di riesaminare un caso già ampiamente sviscerato.

Con l'archiviazione di ieri, va così chiudendosi una pagina buia e vergognosa fatta di menzogne che, ancora una volta, hanno tentato di danneggiare l’immagine di Michael Jackson in nome del dio denaro.

Resta da definire il finale della causa di Wade Robson, dai contorni molto simili a quella intentata da James Safechuck, nonché caratterizzata dalle stesse contraddizioni e dalle stesse prove avulse dalla realtà.

Attendiamo quindi con fiducia che la giustizia continui a fare il suo corso, nella speranza che un domani possa esistere negli Stati Uniti una legge che tuteli la dignità delle persone defunte da speculazioni e da detrattori di ogni sorta.

Da sempre, Michael Jackson è stato bersaglio di arrivisti e opportunisti senza alcuno scrupolo. Ma, anche questa volta, la verità ha avuto il sopravvento.

Perché, come abbiamo imparato nei mesi scorsi...

I FATTI NON MENTONO, LE PERSONE SÌ.
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A cura di Giusy Mascolo per il Michael Jackson FanSquare.

Revisione di Vincenzo Compierchio e foto di Eric Di Scenza.
[Modificato da Compix 22/10/2020 00:07]
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